Raccontaci chi è Marco
«Un super appassionato di ciclismo. L’ho sempre seguito fin da piccolo, ma fino ai 20 anni ho fatto atletica e durante le superiori qualche anno di triathlon, dove ho preso maggiore confidenza con la bici. Dopo una pausa durante gli studi, pur continuando a tenermi in forma con qualche uscita prevalentemente in mtb, nel 2016 ho avuto il mio colpo di fulmine con il ciclocross guardando i duelli tra Van der Poel e Van Aert e poi nell’autunno 2019 ho deciso di comprare la prima bici da cx e buttarmi nella mischia. Quasi per caso mi sono tesserato con il Castagnole, una squadra con cui mi sono trovato bene fin da subito e ho trovato un bel gruppo di amici. La prima stagione è stata difficile perché partivo da zero, ma poi sono migliorato di anno in anno e devo dire che mai avrei pensato di arrivare a questo livello. Oltre al ciclocross mi piace dedicarmi alla mtb e (senza troppo agonismo) alla strada»
Tra tutte le vittorie che hai ottenuto la più rappresentativa ?
«Per la verità non ho vinto molto, ma più che una gara in particolare quello che per me ha avuto più valore è stato il rientro che ho fatto dopo l’infortunio di inizio stagione. A Povegliano infatti mi sono rotto la clavicola in una caduta ed ho temuto di saltare la stagione o comunque di non riuscire a recuperare la condizione. Già a fine novembre invece sono riuscito a rientrare e nel giro di poche gare ho ritrovato la forma che avevo perso se non migliore, arrivando anche terzo al campionato italiano di ciclocross e vincendo il campionato Veneto»
La sconfitta che ancora oggi Ti brucia ?
«Viste le premesse in parte è stato un successo, ma sicuramente vincere il campionato italiano in casa sarebbe stato il massimo. Ci sono andato comunque vicino e la gara è stata bella combattuta, poi con il tifo e l’atmosfera che c’era è stato bello anche solo gareggiare»
Cosa Ti spinge a tanti sacrifici ?
«La passione e il divertimento. Mi piace talmente tanto il ciclocross e più in generale andare in bici, che anzi, non vivo gli allenamenti o le gare come dei sacrifici. Al limite lo sono per la mia compagna e i miei familiari a cui sottraggo tempo che potremmo invece passare insieme, e per questo motivo non posso che ringraziarli»
Cambieresti qualcosa nel mondo amatoriale ?
«Premesso che si parla di amatori e che quindi visti i budget limitati è già una bella cosa avere squadre che si impegnano ad organizzare le corse, penso che sia comunque utile cercare di migliorare laddove possibile, nell’ottica di aumentare i partecipanti e il prestigio delle varie manifestazioni. Per esempio il cronometraggio elettronico con i chip è senz’altro un’evoluzione positiva di questi ultimi anni. Un altro aspetto sul quale investire sono i circuiti di gara (parlo del ciclocross), che se ben disegnati sono un incentivo alla partecipazione, specialmente per i ciclisti che arrivano da più lontano. Non è facile perché bisogna confrontarsi con gli spazi che si hanno a disposizione però è un fattore importante dal mio punto di vista. Anche la divisione prima/seconda serie mi sembra che generi un po’ di confusione e, per quella che è la mia esperienza nel ciclocross, toglierei questa distinzione. Quando ho iniziato non era la possibilità di vincere un campionato di seconda serie che mi ha motivato, ma piuttosto il potermi confrontare con i più bravi prendendo spunto da loro per cercare di migliorare. Poi in compenso a fine campionato si potrebbero premiare più persone o anche tutti per riconoscere l’impegno e la costanza.»
Un ricordo di Lauretta Granzotto
«Parlare di Lauretta al passato fa male. Purtroppo l’ho conosciuta solo per pochi anni, ma ho sempre apprezzato il suo essere solare, la sua voglia di fare gruppo e di divertirsi insieme facendo lo sport che ci fa stare bene. Da novellino mi ha sempre incoraggiato e spronato a migliorare, anche i primi tempi, quando arrivavo in fondo alle classifiche, e di questo mi dispiace non poterla ringraziare quanto avrebbe meritato. L’ultimo ricordo che ho di lei è la gara di ciclocross di Povegliano 2021, la mia prima gara di quella stagione. Ero molto contento del risultato perché rispetto all’anno precedente c’era stato un bel miglioramento e anche Lauretta festeggiava ed era felice per me, forse anche più di me. Ancora non sapevo che fosse già malata, ma dopo averlo saputo questo flash mi è rimasto impresso e questo piccolo ricordo di lei me lo porto nel cuore»
Bravo Marco continua così ☺
Edi Tempestin