Chi è Giorgia Busato ?
«Oltre a essere una ciclista, lavoro nell’ufficio commerciale estero di un’azienda nel centro di Treviso. Sono sempre stata una persona sportiva, ho praticato prima nuoto e poi pallavolo a livello agonistico fino ai 19 anni. Vivo a Casier con il mio compagno Sandro, anche lui appassionato di bici, ed è proprio per “colpa” sua se ho iniziato a pedalare».
Ti piace correre su strada e d’inverno il ciclocross, da quando hai iniziato e perché corri con il Gruppo Castagnole ?
«Nel 2017 ho deciso di comprare la mia prima bici da corsa, mi piaceva l’idea di condividere la stessa passione con Sandro. I primi anni sono stati davvero impegnativi: se non ho mollato è anche grazie ai miei compagni dell’UC Preganziol, che a ogni uscita mi aspettavano in cima alla salita e poi mi “tiravano” fino a casa. Nel 2019 mi sono avvicinata un po’ per caso al ciclocross e sono rimasta subito affascinata da questa disciplina, alla quale ho deciso in seguito di affiancare anche la mountain bike. Proprio in queste gare ho avuto l’occasione di conoscere il Presidente Luciano Contò e Lauretta Granzotto: fin da subito ho notato il grande impegno e la passione che avevano entrambi per il nostro sport. Ecco perché nel 2021 ho deciso di tesserarmi con l’UC Castagnole, scelta di cui sono davvero felice: Luciano è più di un Presidente, cerca di essere sempre presente a tutte le gare anche se sono distanti, il suo entusiasmo per il mondo del ciclismo è veramente contagioso».
Tra tutte le vittorie che hai ottenuto ce n’è una in particolare che ricordi con piacere ?
«Sicuramente la vittoria del Giro del Veneto ciclocross nel 2021, inaspettata a inizio stagione. Lo scorso anno mi sono concentrata sulla mountain bike, che mi ha aiutata moltissimo a lavorare sulla tecnica, fondamentale nel ciclocross, e a superare alcune paure che mi frenavano. Gara dopo gara sono riuscita a raggiungere una buona condizione, che mi ha portato a diverse vittorie e podi. Per essere stata la mia seconda stagione di ciclocross, posso ritenermi davvero soddisfatta».
E una sconfitta che ancora oggi ti “brucia” ?
«Qui la risposta è facile: Venegazzù, finale del Campionato Provinciale di ciclocross 2022. Era una gara che ci tenevo a vincere perché giocavo “in casa”, sul Montello. In effetti tutto stava andando per il verso giusto, ero partita forte e mi sentivo davvero bene, la miglior gara della stagione a livello di sensazioni. Quando però mancava meno di mezzo giro alla fine, mi è caduta la catena. Valentina de Pizzol, che era stata brava a non mollare, era troppo vicina, è riuscita ad approfittare del mio guaio meccanico per superarmi e andare a prendere la vittoria della gara e del Provinciale. Il ciclocross insegna che non bisogna mai mollare, la gara non è finita fino a che non si passa il traguardo!»
Ciclismo amatoriale, c’è qualcosa da cambiare ?
«Non ho molta esperienza in fatto di gare, devo dire però che a livello organizzativo qui in Veneto siamo molto fortunati perché abbiamo società volenterose e capaci di organizzare bellissimi eventi che richiamano tanti atleti, anche da fuori regione. Nonostante gli ultimi due anni siano stati difficili a causa della pandemia, le società si sono impegnate per permetterci di correre in sicurezza, riuscendo a garantire un bel calendario con numerose gare sia su strada che fuori strada. Mi piacerebbe però vedere più donne: il movimento ciclistico femminile è in continua crescita, quindi nei prossimi anni spero di vedere sempre più ragazze al via».
Hai avuto la fortuna di conoscere Lauretta Granzotto, il suo ricordo che porterai sempre con Te ?
«Ho tanti bei ricordi con Lauretta, anche se ci conoscevamo solo da qualche anno. È difficile spiegare quello che è riuscita a trasmettere a tutte le persone che hanno avuto la fortuna di conoscerla: rispetto, voglia di mettersi in gioco, sportività, divertimento, passione. Grazie a lei, in questa stagione noi crossisti abbiamo avuto modo di avvicinarci e stringere dei forti legami di amicizia, che non tengono conto della diversa divisa che indossiamo o delle rivalità che nascono in gara. Il ricordo più bello forse è il suo abbraccio dopo la sconfitta di Venegazzù: Lauretta mi ha detto di non buttarmi giù, e che mi sarei rifatta nelle gare successive. E così ho fatto, non ho mai mollato e ho cercato di onorarla dando sempre il meglio di me stessa in ogni gara, fino al traguardo».
Grazie Giorgia
Edi Tempestin