A Sacha Modolo la borraccia d’oro alla carriera

Domenica 20 ottobre, presso il ristorante all’Oasi Campagnola di Mareno di Piave, si è svolta una cerimonia che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di molti appassionati di ciclismo: la consegna della Borraccia d’Oro 2024 a Sacha Modolo. Questo riconoscimento, attribuito per l’eccezionale carriera dell’atleta, ha impreziosito il 25° ritrovo dell’Associazione Ex Ciclisti della Provincia di Treviso, un’organizzazione che da un quarto di secolo riunisce ex professionisti e appassionati, sotto la guida calorosa e appassionata di Germano Bisigato.

L’evento, affollato e vivace, ha accolto più di 120 ospiti tra amici, colleghi e tifosi, venuti per celebrare i 13 anni di professionismo e i 49 successi di Modolo. Tra applausi e sorrisi, non sono mancati i momenti di commozione: ognuno sembrava avere una storia, un episodio o un aneddoto legato a Sacha, che ha sempre saputo conquistare non solo il traguardo ma anche il rispetto di chi lo ha accompagnato nel lungo percorso sportivo.

Modolo, atleta di cuore e di gambe, ha sempre trovato la forza di superare difficoltà e infortuni, come ricordano in molti, inclusi alcuni dei suoi ex compagni di squadra presenti alla serata. Si narra, ad esempio, di un episodio durante il Giro d’Italia di qualche anno fa, quando, nonostante un doloroso infortunio, Modolo decise di continuare la gara, spinto solo dalla voglia di non deludere i suoi tifosi. Era un esempio di grinta e dedizione che ha saputo mantenere lungo tutta la carriera.

Sul palco, con la Borraccia d’Oro tra le mani, Modolo ha sorriso ricordando le sue prime pedalate e il sogno che, fin da piccolo, lo ha guidato lungo la strada del professionismo. “Ogni vittoria è stata speciale,” ha confessato, “ma il supporto dei miei amici, della famiglia e dei tifosi è stato ciò che mi ha permesso di dare sempre il massimo.”

Germano Bisigato consegna all’Ass. Stefania Moro la foto di Efrem Dall’Anese che verrà posta al Tempio del Ciclista di Calderba

 

Le maglie dell’Associazione donate al Museo del Ciclismo dell’Alto Livenza di Portobuffolè

Edi Tempestin

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